La Sentinella del Braccagni

Edizione 2006

 

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Poesie

di Francesco Benelli

 

 

 

 

Francesco Benelli, il poeta della Maremma

 

POESIE

 

A Giuliana Ponticelli

In questa Maremma di grande armonia

Sovrana terra del cavallo e toro

Regno di Ponticelli e della Pia

Che ha dato alla Maremma gran decoro

Amava il folclore e poesia

Evviva Giuliana grideremo in coro

D’opere buone e di ricordi belli

Regina della Trappola Giuliana Ponticelli.

 

A Vasco Cai

Tra i colli verdi o solcati dai buoi

Un fior del pistoiese Vasco Cai

Un poeta che spicca tra gli eroi

Si sente ricordare dove vai

Ovunque l’eco ancor dei versi suoi

Chi ama la poesia ‘un lo scorda mai

Nasceva cent’anni fa in quel mondo agreste

Re dell’ottava rima in fiere e feste.

 

Francesco ci ha inviato anche questa ottava, un po’ velata di malinconia:

 

Io vedo sono al fin della mia vita

Certo dell’abbandonare ogni avventura

Credo proprio per me ormai finita

E a morì di morte non mi fa paura

Il passaggio al mondo, una lotta agguerrita

A volte offre tanto, a volte trascura

Ma tra nomi dell’onesti c’è anche il mio

In terra ringrazio voi, in cielo il Dio.

Francesco Benelli

 

L’amicizia

L’amicizia è un sentimento

Che ci riscalda il cuore

Spesso si raffredda ma l’amicizia vera

Mantiene il suo calore

Non conosce invidia né rancore

Pareggia nell’affetto

Aiuta nel bisogno

Consola nel dolore

Questa amicizia pura

Da tutti desiderata

Rende felice il cuore

E la vita rallegrata.

Maria Carini Massini, nata a Polveraia di Scansano il 20 gennaio 1915.

 

Il nostro amico e collaboratore Giancarlo Grassi di Scarlino ha scoperto un altro personaggio che si diletta a scrivere poesie: Luigi Fortunati nato il 7 luglio 1925 a Monte Vidon Corrado (Ap) e residente al Puntone di Scarlino. Una dei tanti “giacimenti” nascosti di cui è ricco il mondo popolare  maremmano.

 

Questa magica sfera

Madre di ogni creatura

Tu ci dasti i natali,

nel tuo grembo ci culli

dal principio alla fine.

Ci nutri, ci cresci

insieme agli altri fratelli,

agli alberi, ai pesci,

a tutti gli altri viventi.

Vaghi nel buio nel cosmo,

risplendi come una stella,

nel tuo splendore

si nasconde la tua storia.

La storia dei tuoi figli,

storia sacra, storia tragica,

umana e spietata,

senza pace.

I tuoi figli si ribellano,

ti maltrattano, ti calpestano.

Anche i vecchi sembrano bambini,

giocano alla guerra.

Non si appezza il dono che hai dato:

hai dato la vita,

si sceglie la morte,

con il pensiero di una tragica sorte.

Uguali in partenza,

alla fine non pari.

Chi soffre, chi prega, chi uccide:

è forse questo il genere umano…

Le piante sorelle

ci guardano atterrite…

Nel loro muto linguaggio

parlano e dicono: “Pace, fratelli!

Col vento mandate messaggio,

senza fare viaggi.

E’ un fratello che vi invita a parlare

portando le note di pace a fratelli lontani.”


 

 

 

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