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Ecco in sintesi alcuni appuntamenti legati
alle tradizioni popolari: 8 - 9 maggio 2004 XV' Rassegna Canti del Maggio
in Grancia. 15-16 maggio a Pomonte VII' Incontro Internazionale
d'Improvvisazione Poetica con artisti italiani (Abruzzo, Lazio, Toscana) e
stranieri organizzato dalla Lipe. 13 giugno a Trento "Quotapoesia" il
primo festival di poesia in montagna con la partecipazione di Enrico
Rustici e Emilio Meliani. 2 agosto al Parco delle Rocce di Gavorrano
nell'ambito del Festival "All'improvviso" spettacolo con David Riondino,
Mauro Chechi, Enrico Rustici, Alexis Diaz Pimenta. A Marina di Grosseto
II' edizione dei "Canti di Maremma", mentre a Monticello il 21 agosto
altro appuntamento con il canto popolare, con la partecipazione dei
gruppi: I Sonatori della Leggera di Firenze, l'Eterna gioventù di Siena, i
Rosolacci di Grosseto e la Monticellese. Il 22 agosto a Castiglione della
Pescaia debutto di un'altra rassegna presentata da Corrado Barontini, con
la partecipazione del Coro degli Etruschi, Gruppo Folcloristico San Rocco,
Torelli di Maremma e del poeta Enrico Rustici. Il 16 ottobre apparizione
in diretta TV dei cantastorie Eugenio Bargagli e David Vegni nello
spettacolo del sabato sera di Giorgio Panariello. Vogliamo anche segnalare
l'apertura di una enoteca a Sorano dal nome "Ottava Rima", luogo per
degustare ottimi vini ma anche per incontri culturali, o per ascoltare dal
vivo poeti estemporanei.
Camporaghena
Camporaghena, frazione del comune di Comano, provincia di Massa Carrara,
all'estremo nord della Toscana sulla catena dell'Appennini sulle montagne
Apuane al confine con l'Emilia, con la provincia di Reggio Emilia e di
Parma. Oggi vi sono rimaste solo 15 persone. Quando il paese era abitato
vi erano circa 400 persone. Vivevano con la pastorizia, con il raccolto
delle castagne che venivano raccolte a migliaia e migliaia di quintali,
poi le mettevano a seccare nei seccatoi facendo il fuoco per circa due
mesi. Raccoglievano delle ottime patate, latte di capta e di mucca, con
tanti sacrifici tiravano avanti. Il lavoro in montagna era duro, faticoso,
sempre; per rimettere la legna per il fuoco, per scaldarsi d'inverno;
portare in rimessa il fieno per il bestiame, perché d'inverno, quando
nevicava, veramente rimanevano bloccati nelle loro case per la neve anche
oltre venti giorni. Le castagne secche, il grano che raccoglievano e
davano da macinare al molino di Tibe (Tiberio) e al molino di Ubaldo,
quando pioveva, il mugnaio macinava anche di notte perché c'era più acqua
e facilitava il lavoro.
Così, mi raccontano i vecchi del paese, una notte pioveva a catinelle, il
mugnaio vide entrare, nel molino, una lepre; il mugnaio si mise a
riflettere, dicendo: "qui si mette male, prese il mantello e uscì dal
molino. Per vedere il fiume a che punto era. Fece appena in tempo ad
uscire che la piena portò via il molino, come si vede nella foto. Oggi il
molino è abbandonato e fu ricostruito nelle vicinanze del molino
scomparso.
Pensare che, fino a cinquanta anni fa, questo paese con le sue terre, con
i suoi castagneti, con le sue poche risorse, comunque dava da vivere a
tutto il paese. Tutti i campi, tutti i sentieri, tutte le sorgenti
dell'acqua erano tenute bene. I castagni venivano potati come da noi in
Maremma potiamo gli olivi. Era uno spettacolo vedere tutto sistemato a
dovere.
Oggi è tutto abbandonato. Nei campi ci è tornato il bosco, i grandi prati
dove facevano il fieno per il bestiame di tutto il paese sono ricoperti
dagli arbusti e dal bosco. E' una tristezza per chi, come me, li ha
conosciuti prima e vedere come sono ridotti oggi questi posti,
sinceramente mi piange il cuore. Durante l'estate ritornano i paesani che
sono andati a lavorare nel nord Italia. Ci ritroviamo in circa duecento
persone. Per una vacanza è il posto ideale perché c'è ottima acqua, buona
aria a tanta tranquillità.
Ivo Bernardini
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